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Passione e perché

20/12/2019
Andrea Taietti
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“Le persone non comprano ciò che fai, comprano il perché lo fai”, afferma Simon Sinek.

Ed è vero.

Anche noi di Clever ne siamo convinti e ve lo abbiamo detto più volte quanto sia importante trovare il proprio perché e comunicarlo.

Il perché di un brand è quella motivazione profonda che muove ogni singola azione dell’azienda: è ciò in cui credere!

E comunicare ciò in cui credete vi aiuterà ad intercettare tutte quelle persone che credono nei vostri stessi valori, nei vostri stessi sogni, e a trasformarle in vostri clienti.

Perché di aziende che producono ottimi pc ce ne sono tante.

Ma l’unica che tutti percepiscono in modo diverso è la Apple, perché è un’azienda che comunica perché fa quello che fa, non ciò che fa (o almeno non solo).

Lo stesso Simon Sinek afferma che la maggior parte delle persone o delle organizzazioni mondiali, per realizzare una buona comunicazione, vincente ed efficace, non mette al centro della propria comunicazione “cosa fa”, bensì “come lo fa” e soprattutto, “perché lo fa”.

Ma conoscere il proprio perché (che puoi definire esattamente attraverso la nostra analisi strategica) è fondamentale non solo per comunicare in modo efficace - e vendere - ma anche e sopratutto per alzarsi ogni giorno e perseguire i propri obiettivi (di guadagno e non) lavorativi nel modo migliore.

Passione

Passione in latino significa dolore, sofferenza.

E il servizio è proprio di colui che serve.

In un mondo, quello di oggi, in cui non manca veramente nulla, Servire viene al primo posto.

Ormai la vendita di un prodotto è cambiata e la scelta è veramente ampia - troppo ampia!

Questo lo hanno capito molto bene le grandi aziende che oggi puntano sul “purpose”, sul perché appunto.

Sia nella comunicazione che nella vendita.

Persino i grandi fondi minacciano di non investire più un euro in futuro in aziende che non hanno un perché che trascenda il solo vendere per fare profitto.

Questo perché nel futuro ci attendono sfide davvero importanti.

Sfide geopolitiche, demografiche, tecnologiche e sociali.

Già oggi i social di massa ci hanno resi anonimi e ci hanno buttato in un calderone senza distinzioni.

Le informazioni che ogni giorno ci inondano sono davvero una marea.

Sono così tante che ci destabilizzano e non ci permettono di capire quali siano quelle a cui dobbiamo dare importanza e a quali no.

E quali ci permettano di prendere decisioni.

Tutto è ormai messo sullo stesso piano e tutti dicono tutto senza in realtà dire niente.

Ma questa vastità di informazioni ha avuto un effetto contrario da ciò che  l’informazione dovrebbe creare, cioè dialogo e conoscenza.

Ha avuto l’effetto di aumentare la non conoscenza (se tutti dicono tutto, cosa è realmente conoscenza?) e di quasi azzerare il dialogo reale tra le persone (quante volte alle cene o in compagnia di altre persone siamo al telefono e stiamo scrivendo su whattsapp o guardando i social, comunicando su queste piattaforme e dimenticandoci di comunicare con chi ci sta vicino?)

Pensate che in Svezia c’è un’azienda che vende alle famiglie esperienze di dialogo: ha ideato un gioco per fare domande ai propri parenti e amici per recuperare la capacità di dialogare oramai smarrita.

Perché, è innegabile, stiamo diventando incapaci anche solo di parlare con il prossimo.

Dobbiamo, quindi, ripartire.

Ricominciare a dire qualcosa di sensato.

Anche e soprattutto nella comunicazione delle aziende!

Sui prodotti, sul prezzo e sulla tecnica è stato detto tutto, ora siamo alla frutta o alla nausea.

È il tempo della passione quella vera, quella della capacità di soffrire per i nostri clienti, quella di lavorare spinti da un perché - appunto -, di provare quel tipo di sofferenza che è la ricerca esasperata del dettaglio, del particolare, quella della correzione ossessiva degli errori, del destrutturare i processi per raffinarli al meglio, del mostrare come possiamo essere specifici, vicini, comprensivi e spinti dai principi e dai valori.

Scoprire il proprio perché, averlo ben chiaro e lasciarsi guidare da esso è quindi importante non solo per comunicare ma anche per saper soffrire per quello che fai, proprio perché sai perché lo fai.

E raccontarlo ai tuoi clienti farà la differenza.

Se vuoi scoprire il tuo perché e comunicarlo, contattaci.

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