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Georges Méliès e la creatività nel videomarketing

09/08/2019
Luca Volpi
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Si raccontano molte leggende intorno ai primi anni del cinema. Una delle più famose riguarda una delle prime proiezioni cinematografiche: si dice che quando i fratelli Lumiere proiettarono in sala le riprese di un treno che arrivava in stazione, molti spettatori scapparono via dai loro sedili perché gli sembrava che gli stesse arrivando addosso un vero treno.

Questa storia è falsa, ma ci fa capire il modo in cui noi tutti ci rapportiamo verso il cinema e i video. La verità è che poco ci importa se un video rappresenta qualcosa di finto o meno, perché siamo noi per primi a voler credere che i video possano essere più reali della realtà.

Ciò che ci intrattiene è il gioco tra verità e finzione; se prevale troppo una delle due parti perdiamo interesse.

Georges Méliès

E proprio il gioco è l’approccio che ebbe il personaggio di cui parliamo questa settimana a Clever: Georges Méliès.

Probabilmente a molti questo nome non dirà niente, eppure Méliès è uno dei primi e dei più grandi cineasti della storia, come testimoniano i numerosi tributi che gli sono stati fatti nella storia del cinema, tra cui un film di Martin Scorsese, Hugo Cabret, incentrato proprio su di lui.

Forse però questa immagine ti sarà familiare:

È un celebre fotogramma da “Il viaggio nella Luna”, considerato il primo film fantascientifico della storia.

Inizialmente il cinema non era considerato una forma d’arte: i suoi inventori, i fratelli Lumiere, lo vedevano soprattutto come un modo per documentare la realtà.

Méliès però, dopo aver assistito ad una rappresentazione cinematografica, intuì per primo le potenzialità di intrattenimento di quel mezzo.

Egli era un illusionista di professione, con già molta esperienza nel campo dello spettacolo, ma capì che con il cinema poteva fare magia vera: realizzare e mostrare cose altrimenti impossibili.

Iniziò allora ad usare tutti i trucchi fotografici e teatrali che già conosceva, ma, soprattutto, sperimentò con le riprese ottenendo nuovi risultati rivoluzionari: personaggi che apparivano e scomparivano improvvisamente, persone che si ingrandivano o rimpicciolivano, oggetti inanimati che si muovevano da soli…

Per questi motivi Méliès è considerato anche il padre degli effetti speciali: per lui il cinema era l’arte della meraviglia, la possibilità di creare un mondo totalmente alternativo, dove l’impossibile non esisteva più.

Guardando uno dei suoi tantissimi film la prima reazione potrebbe essere quella di tenerezza: i costumi un po’ buffi, le scenografie e la recitazione esagerate, gli effetti speciali rudimentali possono fare sorridere.

Ma se ci si ferma un attimo a pensare che Méliès sviluppò queste tecniche già dall’anno successivo dell’invenzione dei Lumiere (il 1896!) e che il suo Viaggio nella Luna è di soli 6 anni dopo, non si può che rimanere a bocca aperta.

Che cosa possiamo imparare oggi da Méliès?

Pensiamo che la vita di Méliès possa mostrare cosa significa fare video marketing nel modo migliore.

Innanzitutto è fondamentale la creatività, intesa in modi molteplici.

C’è la creatività nell’utilizzare un mezzo in una maniera fino a quel momento impensata.
Creatività infatti è anche saper guardare in modo diverso qualcosa che esiste già, per trovarne usi e potenzialità inesplorati.

È questo l’approccio che si dovrebbe avere con il video marketing: non semplicemente riproporre quello che fanno già tutti gli altri, ma inventarsi nuovi modi per dire ciò che si vuole.

Davvero l’unica cosa che si può pensare è fare il classico video di presentazione aziendale, in cui un dipendente interrompe momentaneamente il suo lavoro per rivolgersi alla telecamera e sorridere?

Non dico di inserire effetti speciali assurdi, o metterci per forza una storia inventata o altro: a volte basta anche solo una modifica nella fotografia, nel montaggio, nelle riprese, nella colonna sonora, per dare un effetto totalmente inaspettato.

Con un mezzo così potente, è un peccato non sperimentare!

Il secondo modo in cui si può intendere la creatività, intimamente legato al primo, è la fantasia che si scatena, immaginazione che stupisce.

Se i film di Méliès ancora oggi possono intrattenere non è soltanto per la loro importanza storica, ma perché guardandoli si percepisce il divertimento che Méliès provava nel farli. Si sente la gioia del regista, la sua volontà di divertirsi e far divertire, stupire, emozionare.

Non bisogna mai dimenticarselo: la passione nel proprio lavoro, soprattutto se, come il nostro, riguarda comunicare emozioni e valori, si sente e fa la differenza.

Tornando all’esempio di prima: c’è una quantità infinita di video che puoi fare per presentare la tua azienda. Il video può contenere i dipendenti oppure no, può essere ambientato nell’azienda o no, può inventarsi una storia, riprendere o parodiarne una famosa, essere animato…

Si è limitati quasi solo dalla propria fantasia. Dico “quasi” perché ovviamente il budget ha un peso importante, ma non deve essere visto come uno scoglio insormontabile: la creatività sta nel trovare soluzioni alternative per fare ciò che si considerava impossibile o troppo costoso; Hitchcock in questo senso è stato un maestro.

Ovviamente un aspetto importante, quando si parla di videomarketing, è la strategia. Non basta fare un video assolutamente creativo e stupefacente, serve anche che abbia senso, ossia che porti a determinati risultati e faccia raggiungere determinati obiettivi.

Il nostro approccio come agenzia di comunicazione è dato proprio dall’unione di questi due aspetti, entrambi fondamentali: la strategia per sapere cosa fare, la creatività per farlo nel modo più originale e stimolante.

Un’ultima curiosità!

Un’altra curiosità sul genio di Méliès.

I suoi film sono a colori (anche se oggi si vedono spesso le versioni in bianco e nero), eppure la pellicola a colori inizierà a diffondersi soltanto una trentina di anni dopo, in seguito alla prima guerra mondiale.

Allora come faceva Méliès?

Dipingeva a mano ogni singolo fotogramma del film.

Se consideri che all’epoca un film aveva 14 frame al secondo, e che Il viaggio nella Luna dura circa 13 minuti, significa che Méliès e i suoi collaboratori hanno dovuto colorare 10920 fotogrammi a mano, uno a uno!

Noi parliamo spesso di cura dei dettagli nel nostro approccio come agenzia: questo è sicuramente un esempio ammirabile da tenere a mente e seguire.

Una cura del genere è possibile solo perché dietro c’è una passione che la genera; c’è la volontà di inseguire una propria visione per dare allo spettatore (cioè al cliente) un mondo totalmente nuovo, esattamente come accade per un brand.

Contattaci se anche tu vuoi costruire il tuo brand in questo modo.

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