In momenti di confusione come quelli che attraversiamo in questo periodo storico,  nulla di più sano sarebbe ripartire dal brand.

Ma cosa c’entra l’odore con il brand? Allo stesso modo della reazione chimica un brand deve suscitare la percezione dello stile, dei vantaggi, dei tratti caratteristici di un’azienda. Allo stesso modo in cui un odore attiva ricordi, sensazioni vivide e richiami ad esperienze passate, anche una marca deve richiamare l’insieme delle attività aziendali ai propri clienti.

Questo hanno in comune grandi aziende come Coca Cola, Apple, Geox, Mulino Bianco, Sony, Ferrari, per citare alcune tra le più famose.

Ma ciò che più di ogni altra cosa importa è che un brand può sopravvivere al prodotto stesso. Un brand infatti può incarnare un bisogno e la sua soddisfazione, indipendentemente dal prodotto che lo soddisfa in quel momento.

Lavorare sul brand è spesso controintuitivo. Ho avuto modo nel corso degli anni di incontrare tanti imprenditori “innamorati” del loro prodotto, ritenendo sufficiente lavorare sulla qualità con passione e dedizione.

In realtà ciò che conta è la percezione del cliente a proposito di ciò che facciamo

Tale percezione va affidata alla comunicazione di ciò che il brand rappresenta:

• il tratto unico e differenziante che possediamo
• i vantaggi per la clientela
• il nostro stile

Attività che spesso e volentieri vengono relegate in secondo piano dagli imprenditori che poi si domandano come mai non riescano a vendere come una volta.

Ripartire dal brand significa fare chiarezza, domandarsi e definire chi si “è” sul mercato, ovvero posizionarsi; da questa azione fondamentale scaturisce il “giusto ” marketing, che genera contatti interessati che infine conducono alla vendita.

Non comprendere questa importante catena significa avviarsi verso l’estinzione. Ma si sa, ad ogni era per far posto a nuove specie alcune devono scomparire.

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